LA VIA DELLE COLLINE

Casalborgone – Ozzano – Aramengo – Masio

Un dolce saliscendi tra chiese e natura.

Questo itinerario ciclopedonale parte dalla periferia di Casalborgone che dista una trentina di chilometri da Torino. Antico borgo settecentesco, costruito in cima a una altura, Casalborgone domina le sette vallate che si estendono ai suoi piedi e ospita il Castello dei Radicati, oggi sede di un hotel di lusso, la Chiesa di S. Maria Maddalena, l’antico municipio e un vasto parco con imponenti Cedri del libano. Qui occupa un posto d’onore sua maestà il pisello, orgoglio locale riconosciuto tra i prodotti agroalimentari tradizionali dalla Regione Piemonte al quale è dedicata, da oltre 60 anni, una sagra nel mese di maggio e ingrediente principale del “Gogu”, un tortellone ripieno a base di piselli.

Nelle vicinanze del paese si trovano la chiesa di San Siro, posta su un colle nelle vicinanze della frazione Madonnina, e il Bosc Grand, da visitare per la presenza della Ro Verda, un albero raro di grandi dimensioni definito dai botanici “quercus crenata”.

L’itinerario sale dolcemente attraversando verdi colline e vigneti, e arriva a Ozzano, piccolo borgo immerso nel verde. Di qui, dopo una serie di saliscendi, si arriva ad Aramengo, paese che si sviluppa ai piedi della chiesa di Sant’Antonio Abate. Costruita in stile tardo barocco, la chiesa presenta tre navate. Sull‘altare maggiore campeggia un grande dipinto raffigurante “Le tentazione di sant’Antonio abate” attribuita al pittore lorenese Charles Dauphin e datata nella seconda metà del 1600. In frazione Marmorito, poco distate da Aramengo, si trova la Panchina Gigante “Bonardina”, installazione artistica che rientra nell’iniziativa “Big Bench Community Project” con il numero 90, Il luogo ideale per una sosta riposante.
L’itinerario quindi scende verso Masio, dove è d’obbligo una sosta alla chiesa di San Giorgio, piccola cappella campestre originariamente romanica recentemente restaurata, con un’abside risalente al XII – XIII secolo che presenta tre monofore con archetti in pietra chiara, una facciata seicentesca e una cella campanaria di ispirazione barocca, e si conclude in località Quirino, ai piedi della piccola borgata di Besolo.

“Andare a ramengo”
Questa espressione significa “finire male” ma in origine voleva dire “andare in rovina, in bancarotta”. La frase ha origini molto antiche; risale infatti all’Alto Medioevo quando Asti era la capitale di un ducato di origine longobarda. In questo periodo e per molti secoli successivi, i condannati per reati relativi al patrimonio, soprattutto gli autori di fallimenti, venivano confinati nel comune più periferico del ducato che, appunto, si chiamava Aramengo. Si suppone che il comune abbia preso il nome dal ruolo che gli fu attribuito, trasformando il latino andare ad ramingum, cioè allontanarsi, nel maccheronico aramengo, luogo designato per chi viene allontanato dalla città. Esiste anche la variante “Ma va’ a Ramengo”, nel senso di va’ sulla forca. Il detto deriverebbe dal fatto che ad Aramengo nel medioevo si trovava il Tribunale che condannava al confino o alla forca.

Aramengo, sede della Nicola Restauri
Aramengo ospita il laboratorio della famiglia Nicola, specializzato nel restauro di opere d’arte.
Sebbene la Nicola Restauri nasca nel 1988, la storia di questa impresa parte dal 1947, con l’intera famiglia già impegnata nel restauro e ognuno dei suoi membri specializzato in ambiti specifici di questo mestiere. L’azienda ha oggi un grande laboratorio che si sviluppa su oltre 3500 metri quadrati di superfice e vede al suo interno vari reparti attrezzati per i diversi interventi, ampi e luminosi saloni per il restauro di dipinti antichi e contemporanei di grande e grandissimo formato, un gabinetto fotografico, un archivio in cui sono custodite le testimonianze di oltre 60 anni di lavori, locali destinati alle analisi strumentali non invasive ai Raggi X, all’Infrarosso e all’Ultravioletto, spazi attrezzati con aspiratori di vario genere per la pulitura e la verniciatura dei dipinti. Grazie a tutto ciò, Nicola Restauri ha restaurato dipinti di Caravaggio, Guercino, Guido Reni, Tintoretto, Tiepolo, Rembrandt, Rubens, Picasso, Max Ernst, Leger, De Chirico, Fontana e molti altri.

INFORMAZIONI SUL PERCORSO

  • 00:46 ore

  • 10,2 Km

  • 320 m

  • 220 m

  • Pedonale

  • Ciclabile

  • Parzialmente adatto a persone con mobilità ridotta

Itinerario di sola andata principalmente su strade secondarie a bassissimo traffico veicolare e tratti di strade bianche. Ci troviamo al limite tra Collina Torinese e Basso Monferrato Astigiano, le colline disegnano un paesaggio dove vigneti, campi coltivati e boschi si alternano in continuità.

Si parte dal centro medievale di Casalborgone percorrendo strade panoramiche che attraversano un territorio prevalentemente rurale. Il percorso raggiunge Aramengo e prosegue fino alla frazione Masio, dove si trova la Chiesa Romanica di San Giorgio.

Ci troviamo nella Riserva di Biosfera MAB UNESCO Collina Po.

L’itinerario è percorribile anche a piedi ed è adatto a persone con mobilità ridotta.

Itinerario con segnaletica Pistaaa! La Blue Way Piemontese.

Scopri le opportunità del territorio: Casalborgone e Aramengo



L’associazione CioCheVale non assume alcuna responsabilità in ordine a danni a persone o cose
derivanti dall’utilizzo di questi itinerari, destinati ad un uso ciclo escursionistico.

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