Pecetto

(foto @ Comune di Pecetto)

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La storia antica e il toponimo
Uno dei più interessanti ritrovamenti archeologici del luogo è un muro di laterizio risalente all’epoca romana nella valle di Canape. Vicino a Pecetto sorgeva poi la pieve di Covacium, una località non più esistente, dove sono stati dissepolti, anche qui, resti risalenti all’epoca romana. L’antico toponimo compare per la prima volta nel 1152 in alcuni documenti: Picetum e la sua variante Pecieto, sui quali sono state formulate alcune ipotesi: lo storico Giovanni Flechia lo fece derivare da picea, il cui significato è abete, albero molto diffuso anticamente nelle colline circostanti il borgo, e suffragato dalla presenza di un pino verde, in un campo d’argento, nello stemma del comune. Un altro storico, il Serra dà un significato diverso indicando nella parola pecia l’origine del nome: pezza di terra in latino medioevale e per estensione: complesso di pecie o particelle di territorio distribuite a sorte.
La fondazione
La fondazione ufficiale del borgo risale al XIII secolo, come emanazione del comune di Chieri, ma il ritrovamento di un picinum in un documento del 1040, relativo alla donazione di alcune terre eseguita dal marchese di Romagnano al monastero di San Silano di Romagnano ha fatto ipotizzare che possa essere esistito un precedente insediamento. La studiosa medievista Montanari Pesando ha escluso questa possibilità; secondo la sua ipotesi, il toponimo non poteva essere altro che Picetum in relazione alla ricchezza di alberi di pino storicamente presenti nel territorio.
Il dominio di Chieri
Le ipotesi di un insediamento precedente sono ancora da provare, ma sappiamo con certezza che la nascita del paese risale tra il 1224 e il 1227, quando gli abitanti di Covacium divennero cittadini chieresi a tutti gli effetti. Gli abitanti, esattamente 73, giurarono di offrire a Chieri prestazioni militari, la manutenzione dei fossati e il pagamento di una tassa annuale (la taglia) nel caso lo reclamasse il comune; vi era anche il curioso diritto di obbligare il trasferimento della residenza altrove, mentre il comune di Chieri si impegnava a comprare il luogo di trasferimento prescelto. Dovevano anche mantenere i loro obblighi nei confronti dei Conti di Biandrate, a cui Chieri era dal 1158 infeudata, ma decisa ad assorbirne i territori. Nel 1227 infatti, gli uomini di Covacium si trasferirono quindi nel territorio di Pecetto, dove era presente una torre, un ricetto posti a difesa di Chieri, e la Chiesa di Santa Maria. Tale operazione era volta, oltre a costringere i Conti di Biandrate a rinunciare agli ultimi luoghi rimasti, anche a ottenere, da parte degli abitanti, maggiori tutele d’ordine fiscale e sociale, che solo il comune di Chieri poteva garantirgli.

Il Terzo Paradiso e’ un segno/simbolo ideato da Michelangelo Pistoletto che inscrive nel simbolo dell’infinito un cerchio, evocativo a sua volta dei cicli della rigenerazione della materia e della circolarita’ del tempo. Il Terzo Paradiso e’ la fusione fra il primo e il secondo paradiso. Il primo e’ quello in cui gli esseri umani erano totalmente integrati nella natura. Il secondo e’ il paradiso artificiale, sviluppato dall’intelligenza umana, fino alle dimensioni globali raggiunte oggi con la scienza e la tecnologia. Questo paradiso e’ fatto di bisogni artificiali, di prodotti artificiali, di comodita’ artificiali, di piaceri artificiali e di ogni altro genere di artificio. Si e’ formato un vero e proprio mondo artificiale che, con progressione esponenziale, ingenera, parallelamente agli effetti benefici, processi irreversibili di degrado e consunzione del mondo naturale. Il Terzo Paradiso e’ la terza fase dell’umanita’, che si realizza nella connessione equilibrata tra l’artificio e la natura. Terzo Paradiso significa il passaggio a uno stadio inedito della civilta’ planetaria, indispensabile per assicurare al genere umano la propria sopravvivenza. A tale fine occorre innanzi tutto ri-formare i principi e i comportamenti etici che guidano la vita comune. Il Terzo Paradiso e’ il grande mito che porta ognuno ad assumere una personale responsabilita’nella visione globale. Il termine paradiso deriva dall’antica lingua persiana e significa “giardino protetto”. Noi siamo i giardinieri che devono proteggere questo pianeta e curare la societa’ umana che lo abita. Questo non puo’ che realizzarsi attraverso un passaggio evolutivo nel quale l’intelligenza umana trova i modi per convivere con l’intelligenza della natura. Il Terzo Paradiso e’ il nuovo mito che porta ognuno ad assumere una personale responsabilita’ in questo passaggio epocale (..)
Michelangelo Pistoletto

Prima di introdurre i contenuti e gli obiettivi del progetto PISTAAA: La Blue Way Piemontese si ritiene necessario fornire un approfondimento del contesto che che prevede la ri-valorizzazione e tutela di un territorio periferico/rurale al di la’ della collina torinese, attraverso la realizzazione di un tracciato ciclopedonale tra sentieri e strade bianche, congiungendo tratti di pista gia’ esistenti e creando dove necessario piccoli nuovi collegamenti. L’utilizzo delle strade bianche e di quelle dove la viabilita’ carrabile e’ ridotta, sia in fatto di numeri che in velocita’, permettera’ di dare spazio e rilevanza a quelle strade che oggi sono poco utilizzate e valorizzare il paesaggio naturale, architettonico e culturale circostante. L’idea della ciclovia, e’ nata su iniziativa dell’ Associazione CioCheVale, con l’ambizione di incentivare il cicloturismo, ma soprattutto diventare uno strumento di sviluppo del territorio, attraverso il coinvolgimento e la sensibilizzazione delle Istituzioni, Associazioni, e stakeholder locali.

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